Nota: I racconti qui pubblicati sono inediti ed interamente ideati e scritti da Thasala Phan, a cui appartengono tutti i diritti (vedi nota in fondo alla pagina). Alcuni luoghi citati, i personaggi e le trame sono frutto di sola fantasia. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.
***
Piove, piove, la gatta non si muove... cantano i bimbi in girotondo.
Una cantilena infantile stranamente inquietante.
Ombre nere di voci bianche che danzano in cerchio, tenendosi per mano. Sto in mezzo al cerchio, bendata.
... se accendi la candela, si dice "Buonasera", se accendi il lumicino...
Ridolini, ginocchia sbucciate, codini e treccine, nastrini colorati, berretti e calzette corte.
Sarebbe dovuta essere innocenza. Bimbi.
... si dice "Buon mattino".
Strappo la benda.
Ma non c'è nessuno. Solo un parco giochi deserto. Altalene che si muovono al soffio del vento, giostre abbandonate e scivoli rotti. Cavallini cigolanti. Ulula e ulula attorno a me. Scende fitta l'acqua e sono sola. Alberi alti e infiniti, sono troppo piccola.
Mi guardo attorno.
Dove sono. Dove sono tutti.
°°°
Abita da sola l'anziana e povera signora, e non si da pace al pensiero dei gatti che questa notte dormono sotto la pioggia. Lei nutre tutti i gatti randagi della campagna, anime selvagge, vite libere. Ogni giorno porta ciotole d'acqua e cibo che nasconde nei cespugli e in posti che solo i suoi strani amici conoscono.
Ogni giorno ritira le ciotole vuote che tornerà a riempire.
La signora si alza e si mette il suo scialle nero oramai liso. Fa freddo fuori. Infila le scarpe grosse e scure ed esce di casa per controllare come stanno. Il vento e la pioggia orizzontale la investono. I lampi e i tuoni spaccano il cielo senza stelle.
Ricurva, prosegue.
Non c'è nessuno in giro, non rispondono mai al richiamo. Si saranno nascosti chissà dove. Non vogliono essere disturbati, vivono diffidenti, misteriosi, indomabili. La scrutano nella notte, coppie di lunghi occhi che osservano circospetti. Fessure scintillanti di smeraldi e topazi pronti a guizzare via appena qualcuno si avvicina.
Ma una signora anziana non dovrebbe girare da sola in luoghi abbandonati di notte.
Ci sono rumori di passi nell'oscurità oltre a quelli della vecchietta. Passi sicuri e regolari umani che si stanno avvicinando.
Ha paura.
Succede tutto in pochi secondi. Ecco il pericolo che si materializza. Ecco un branco di gatti che appaiono dal nulla e aggrediscono l'uomo. E l'uomo non c'è più, perché preso in contropiede, spaventato dell'aggressione, non ha potuto fare altro che scappare via.
La vecchina è rimasta sola con i suoi amici. Sono quasi cento, randagi, tutti attorno a lei. Forse è la prima volta che si vedono e si guardano negli occchi, in silenzio. E sarà forse anche l'ultima volta.
Con grazia ed agilità spariscono silenziosamente in diverse direzioni, da dove sono venuti, inghiottiti dal buio e dalla pioggia.
Con grazia ed agilità spariscono silenziosamente in diverse direzioni, da dove sono venuti, inghiottiti dal buio e dalla pioggia.
Stanno bene.
Tranquillizzata, ripresasi dal pericolo scampato, può avviarsi verso casa e proseguire il suo sonno.
Tranquillizzata, ripresasi dal pericolo scampato, può avviarsi verso casa e proseguire il suo sonno.
Sa che per tutto il tragitto, senza farsi mai vedere, senza farsi mai prendere e senza desiderio di contatto col mondo degli uomini, la stanno sorvegliando, per ringraziarla di quello che fa di giorno per loro.
E' strana questa amicizia.
°°°
Il poeta che scrive nella notte cerca di fare alla svelta, perché quella è la sua ultima candela e poi non gli rimarrà più altra luce. Intinge la penna nel calamaio mentre la pioggia batte sui vetri e la città dorme.
Il poeta spera un giorno di essere letto e capito da tante persone e di diventare un qualcuno, per poter offrire il suo cuore alla sua amata.
E intanto brucia la fiamma della candela.
Sono i sogni che lo sorreggono nella sua vita. Sogni di un futuro migliore, con tante candele per poter scrivere tutta la notte, una vita in cui carta e inchiostro non mancano mai, con l'arcobaleno al termine di ogni pioggia, con il sole al termine di ogni notte. Con l'amore al suo fianco che gli dice che è tardi ed è il momento di coricarsi, dolcemente, serenamente, con lei.
E intanto si scioglie la cera.
Ancora qualche verso. Guarda con ansia la candela. Deve farcela, è il suo progetto, il suo manoscritto che gli cambierà la vita, ogni volta, è sempre una speranza. Sarà un grande poeta. Un poeta dagli occhi blu e lo sguardo sognante degli adulti che conservano la purezza dei bambini.
E intanto bussa e bussa la pioggia alla finestra.
E' grande ed affollata la città e le case sono tutte uguali, oramai le finestre sono spente e la gente dorme cullata nei caldi e soffici guanciali, perché di notte di solito si chiudono gli occhi. Ma nell'immenso silenzio, solo la finestra all'ultimo piano di un palazzo nei quartieri dei bassifondi è ancora debolmente illuminata.
C'è un poeta che sogna. Finché la sua ultima candela glielo permette.
E intanto scende l'acqua.
Ora anche l'ultima finestra si è spenta. C'è veramente buio questa notte.
E' l'umanità, è il Grande Sonno.
Chissà se il poeta è riuscito a scrivere tutto quello che sentiva nel suo cuore.
°°°
So che quando strapperò la benda non ci sarà nessuno.
Sono al buio. Non ci sono candele. Non so dove sono i gatti. Le voci infantili, i mici e i cuccioli umani. L'ho cercata tanto.
Piove, piove, la gatta non si muove...
Le candele si sono sciolte, l'ultima è stata consumata. Rimarremo tutti al buio.
Mi siedo al suolo con la benda sugli occhi, non cambia se la tolgo. Ma sento le voci, la cantilena dei bimbi.
Mi siedo sola in questa notte mentre il vento soffia forte ed attendo il giorno.
Sento la musica dell'acqua che scende. E' unicamente lei che mi fa compagnia.
Tutto il resto, è solo un' illusione.
Tutto il resto, è solo un' illusione.

Se accendi una candela, si dice: "Buonasera"...
Se accendi il lumicino, si dice: "Buon mattino!"
Nessun commento:
Posta un commento