(Seconda parte)
Il più delle volte, un film è per me un vociferare di sottofondo per non sentire il vuoto, o qualcosa da metter su prima di addormentarmi la sera, e spesso scelgo qualcosa di già visto, per non emozionarmi troppo, di leggero, che finisce bene, così mi addormento rassicurata dalla vita e dalle cose positive. Ciò si traduce spesso in commediole americane a lieto fine.
Non sono un critico e non capisco niente di cinema, però arrivo a capire, all'incirca, la qualità di una regia, di un attore e di una pellicola. Ammetto con tutta schiettezza che a farmi compagnia, sono spesso film qualitativamente discreti e nulla di più.
Tanti anni fa, guardavo spesso "Le ragazze dai quartieri alti" perché mi sentivo un po' come Mollie Gun, la protagonista. Frivola e vanitosa, festaiola, gioiosa e giocosa, ma considerata irresponsabile, con una gran paura di "crescere", di affrontare la vita. Veniva sempre criticata. Io mi sentivo un po' così, e mi consolava vedere come lei, dopo aver perso tutti i soldi, fosse costretta ad abbandonare i "quartieri alti" e sola, a trovare un lavoro, ad avere pochi veri amici rimasti, povera, a trovare la sua strada e a maturare.
Mi dicevo, che anch'io un giorno sarei riuscita a rimanere in un posto di lavoro per più di qualche mese, a guadagnarmi uno stipendio e a mantenermi da sola. Ma non ne ero tanto convinta, tutti mi consideravano divertente ma inaffidabile ed incapace di affrontare situazioni impegnative. Avevo persino paura che mi assicurassero sul lavoro, perché: "Io quando mi stufo di un posto voglio andarmene via subito, mica aspetto quindici giorni!". Spendevo tutti i miei soldi in vestiti e cose carine, finchè arrivarono dei problemi e i miei si trovarono in difficoltà, allora dovetti entrare in campo e sobbarcarmi per anni la famiglia concretamente. Prima di allora lavoravo e mi tenevo ogni centesimo. Anch'io come Mollie mi ritrovai forzatamente a maturare, senza scelta e all'improvviso.
Ecco perché continuavo a guardare e a riguardare questo film, non mi sentivo più così sola, fingevo di essere un'eroina di un film a lieto fine anch'io.
Quando l'attrice Brittany Murphy morì, per me era come se fosse morta Mollie Gun.
Con l'acquisto del mio primo pc fisso, con i primi monitor piatti, acquistai anche il mio primo dvd. Fu "Forrest Gump". Mi è sempre piaciuto questo film, mi piaceva tanto Jenny, anche lei era un po' come me. Quella sua idea, quel forte desiderio di "volare lontano lontano da qui".
Quando uscì nelle sale, andava di moda lo stile anni Settanta, avevo circa vent'anni e giravo con le gonne lunghe, le maglie colorate e i capelli con la riga in mezzo, che mi arrivavano fino al gomito, con collane e monili e simboli della pace, come una perfetta figlia dei fiori. Di un film di solito noto subito le colonne sonore e "come si vestono gli attori", c'era una scena in cui suonò "San Francisco" e tutt'ora quella canzone mi ricorda Forrest Gump. Che bel film!
Un altro film che mi fece tanto compagnia, fu "Le streghe di Eastwick". Non so perché, non so se dire che mi piace, forse no. Erano le stregonerie, la bellezza, lo scandolo e la magia nera ad attirarmi. Addirittura, mi sarebbe piaciuto fosse un bel po' più dark e più oscuro. Ma andava bene anche così, impressionabile come sono, non so se sarei riuscita ad addormentarmi.
Prima parte
(Fine seconda parte)
Prima parte
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