Apro gli occhi in una domenica mattina di fine maggio, fra lenzuola rosse ed una finestra affacciata al mondo esterno.
Mi accoglie il tintinnare della pioggia sopra il tetto, il suono del vento e un colore tenue del cielo nuvoloso al di là delle tende. Un cinguettio fra i rami.
Per qualche arcaico motivo da me rimosso nei ricordi, da sempre la tempesta mi ha dato un senso di rassicurazione, come due braccia che mi dicono: "Va tutto bene, è tempo di riposare i tuoi pensieri, non devi esporti".
Gocce e ancora gocce. Lavano e portano via tutto. Portano via anche me.
Chiudo gli occhi e so che posso sognare, andar via di qui, ancora per un altro po'.
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