Le persone credono di essere tolleranti, dicendo che siamo tutti uguali. E' facile accettare gli altri quando sono "uguali" a noi, ma la vera tolleranza è invece accettare ciò che riteniamo "diverso".
Pensavo ai gay in questi giorni e alle immagini arcobaleno che hanno messo tanti utenti su Facebook: io non l'ho messa.
Il mio motto è: "Vivi e lascia vivere", se quello che fa una persona non è nocivo alla società e soprattutto non cambia la mia vita, per me può fare quello che vuole. Per me i gay possono sposarsi e adottare pure figli se lo vogliono. Ho visto tanti bambini crescere felici e sereni dove l'ambiente è amorevole e sereno e altri turbati o con visioni distorte dell'amore, in famiglie cosidette "tradizionali", perciò non credo proprio che un bambino venga traumatizzato da due persone dello stesso sesso che si vogliono bene, piuttosto che vedere il papà che picchia la mamma, genitori ubriachi, violenti, mamma e papà che si insultano o non si parlano. Senza contare che non tutte le mamme sono amorevoli e comunicative e non tutti i padri sviluppano istinto paterno.
Però, non sono d'accordo che venga considerato nella norma l'amore omosessuale. E' particolare, ma non "normale". Uno dei miei film preferiti è "I segreti di Brokeback mountain" e parla di due cow-boy e del loro amore in una America puritana. Lo trovo sofferto e poetico, lo trovo bellissimo, ho pianto, sono corsa a comprarmi il libro il giorno dopo averlo visto al cinema e poi il dvd, ma sarebbe ipocrita affermare che non ci sia nulla di strano in due uomini o due donne che si amano.
Sto rileggendo un libro interessante che avevo letto dieci anni fa: "Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere?" di Allan & Barbara Pease. John Gray già anni prima si era cimentato, da psicologo, a studiare le differenze di comunicazione fra uomo e donna, ma questo libro va oltre: vi sono alla base esperimenti, ipotesi e tesi. Con un linguaggio leggero e di facile comprensione, viene spiegata la struttura del cervello femminile e maschile dal punto di vista scientifico.
Per esempio, la visuale maschile e femminile: l'uomo vede un raggio meno ampio, ma più lontano. La donna vede meno lontano ma ha visione più ampia degli spazi vicini. E' la natura, così come di solito gli uomini sono più alti, hanno le spalle più ampie, la voce più grave e le donne sono più basse, con le spalle più strette e la voce più acuta: certo ci sono le eccezioni, ma avreste da obiettare su queste affermazioni?
Questo esempio delle diverse visuali, comportava più facilità all'uomo, in passato, di cacciare, e ad oggi di pilotare, guidare, scorgere in lontananza il pericolo. La donna invece trova tutto, riesce a occuparsi dei figli, a fare anche più cose contemporaneamente. Gli uomini aprono il frigo e non trovano quello che è sotto il loro naso, e quando gli si chiede: "Ma non hai visto che, non ti sei accorto che?" di qualcosa che qualsiasi donna ha notato, rispondono sorpresi di no.
Perciò non è per maschilismo e discriminazione che certi lavori siano più scelti dalle donne e altri da uomini, nonostante la parità dei sessi consenta di svolgere qualsiasi cosa, sono poche le donne che sognano di diventare piloti d'aereo e uomini che scelgono la carriera di stilista di moda.
Il libro spiega che ciò dipende dagli ormoni, dalla quantità di estrogeni e testosteroni. Li abbiamo sin dalla nascita.
Ora non ricordo se l'ho letto su questo libro, forse sì, ma mi piace ricordare un esperimento fatto su centinaia di bambini molto piccoli: in una stanza vuota con un vetro, viene messo un bambino, che può vedere la mamma dall'altra parte attraverso la parete trasparente. Bambini così piccoli, quasi neonati, non sono ancora stati influenzati dalla società, perciò le reazioni sono spontanee e naturali, "primitive". Quasi tutte le bambine, vedendo la mamma, hanno reagito piangendo e chiamandole, per farsi notare e venire a prendere, per essere "salvate". Quasi tutti i maschietti invece, individuata la mamma, si sono messi a gattonare e a picchiare contro il vetro per andare da lei, istintivamente hanno dovuto agire e non aspettare.
Questo dimostra che la natura ci ha programmato per essere diversi: trovo tutto ciò molto affascinante.
Naturalmente, non tutti gli uomini sono maschili e non tutte le donne femminili. Dipende dalla quantità di ormoni maschili e femminili. Stasera mi sono divertita a rifare il test: io ho ottenuto una dose molto alta di estrogeni nel mio cervello, la mia amica è risultata molto bassa. Guarda caso: questa mia amica parcheggia in un secondo ovunque, trova le strade, la scambiano per lesbica. Io preferirei non avere a che fare con i parcheggi: mai. Anche i nostri corpi fisici sono diversi, ma entrambe siamo felici di essere quello che siamo, perché siamo noi stesse.
Ci sono donne molto femminili in alcune cose e maschili in altre e viceversa per gli uomini. Ci sono lesbiche femminili e mascoline, oppure etero più mascoline di lesbiche. Lo stesso discorso vale per gli uomini. Un uomo può essere gay ma rude, l'omosessuale effeminato esiste, ma è un po' uno stereotipo. Il libro chiarisce anche questi punti.
Grazie a questa lettura, dieci anni fa, sapevo che l'essere gay o lesbiche è una cosa che si è fin dalla nascita, lo si è o non lo si è: non si "diventa", si capisce solo di esserlo, e non c'entrano nulla l'educazione, la religione, la società. I genitori la smettano di sentirsi in colpa o di voler "aggiustare" il figlio. Perché nascono i mancini? Una volta li si obbligava a scrivere con la destra, causando un sacco di problemi, finchè non si è capito che non bisogna violentare e forzare la natura. Dopotutto, è meno "grave" avere un figlio gay di uno che uccide o violenta. Il primo, alla fine, ama solamente e non fa del male a nessuno.
Ho provato a pensare che se io, donna, provassi amore per donne e proprio non riuscissi ad amare uomini, e i miei genitori, la mia famiglia, i miei amici e la società mi macchiassero e mi ripudiassero per questo, come starei? Che diritto abbiamo noi di impedire la felicità ad un'altra persona?
L'ignoranza genera cattiveria. In passato si credeva che fosse la donna a "decidere" se avere un figlio maschio o femmina. Poi la scienza ha chiarito che è l'uomo a determinarne il sesso, perché la donna può trasmettere solo il cromosoma X in ogni caso, mentre il padre ha il 50% di probabilità di trasmettere il cromosa X e generare una femmina, e il 50% di trasmettere quello Y e di avere così un maschio. Se i re del passato, quelli che arrivarono ad uccidere e a ripudiare le mogli, incolpandole di non dare a loro eredi maschi l'avessero saputo, avrebbero trattato così quelle povere vittime? La colpa, se così si piò chiamare, era loro!
Dove c'è violenza, c'è sempre ignoranza.
L'ignoranza genera cattiveria. In passato si credeva che fosse la donna a "decidere" se avere un figlio maschio o femmina. Poi la scienza ha chiarito che è l'uomo a determinarne il sesso, perché la donna può trasmettere solo il cromosoma X in ogni caso, mentre il padre ha il 50% di probabilità di trasmettere il cromosa X e generare una femmina, e il 50% di trasmettere quello Y e di avere così un maschio. Se i re del passato, quelli che arrivarono ad uccidere e a ripudiare le mogli, incolpandole di non dare a loro eredi maschi l'avessero saputo, avrebbero trattato così quelle povere vittime? La colpa, se così si piò chiamare, era loro!
Dove c'è violenza, c'è sempre ignoranza.
Però questo post lo scrivo con intenti più generici: per me il termine uguale e diverso non deve essere confuso con l'accettazione.
Sono cresciuta con disabili in famiglia e ho parenti che hanno cambiato sesso, erano uomini nati per sbaglio in corpi di donna: succede, e con enorme sofferenza hanno intrapreso il difficile cammino dell'accettazione e del cambiamento. Tanti parlano per retorica e buonismo, io invece dico le cose per vissuta e diretta esperienza.
A volte, la natura, crea dei patrimoni genetici "diversi". Non sono migliori o peggiori, sono però particolari, anzi direi schiettamente che alcuni sono dei "difetti".
Come si trattano queste persone? Ho notato che quelli che per buonismo dicono che bisogna trattare tutti allo stesso modo, invece sono i primi a non farlo. L'ho imparato con alcuni tipi di disabilità mentali: di fronte ad un'azione grossa in cui ci sarebbe da incavolarsi e riprenderli, li perdonano e la fanno passare liscia, come a dire che, siccome sono scemi, non è il caso di sgridarli, invece è sbagliatissimo, se sbagliano vanno ripresi, sempre con gentilezza. Come noi. Loro non vogliono essere trattati da scemi. Non trattateli da scemi.
Giorni fa ero ad una festa per bambini con mia madre per le nipotine. C'era un bambino in una carrozzella, credo fosse ritardato. Mia madre disse: "Poverino, che vita è?".
"Poverino lui?" dissi sorpresa "Mi sa che è quello più felice, guardalo".
Era beato ed innocente nel suo mondo.
"Poverini gli altri che hanno pena per lui. Magari lui non si fa tutti questi problemi e si gode la vita. Mi sa che sfigatelli siamo noi che pensiamo e ci affanniamo troppo, abbiamo un sacco di pesi e responsabilità sulle spalle" osservai.
Dalla tiritera "Tu sei uguale a noi", sono stata io per prima macchiata tante volte da persone che, mettendosi le mani avanti, volevano dimostrarmi che mi avevano "accettato" nel loro "gruppo" e sinceramente non mi piaceva l'idea di essere uguale a qualcuno, soprattutto perché non lo sono. E poi magari non mi interessava neppure essere "accettata" da quelle persone. Se io vivessi al mio paese e mi ritrovassi in classe un unico europeo, non gli direi mai che è uguale a tutta la classe, passerei per un'idiota che non ci vede, che non capisce. Lo considererei diverso, speciale, mi interesserei un casino alla sua cultura e alle sue diversità.
Non si dice che: "Il mondo è bello perché è vario"?
Teniamo distinte le variazioni, non siamo tutti uguali, per fortuna. Se lo fossimo, saremmo come una canzone su una stessa nota, un quadro con un solo colore, una poesia con una sola parola...
E' per questo, che io non considero i gay e le lesbiche "normali", nel termine generico di "comune". Sono geneticamente particolari, sono diversi. Alcuni sono simpatici e altri antipatici, altri odiosi. Ci sono quelli con cui non vorrei avere nulla a che fare, non perché sono gay, ma proprio perché sono insopportabili di loro. Ho degli amici gay e amiche lesbiche, che reputo di piacevole compagnia.
In questo senso non hanno nulla di particolare, qualsiasi persona può essere antipatica o simpatica.
Beh, vista la cosa così, da una dimensione cosmica, lo devo dire pure io: alla fine... siamo tutti uguali!
Quella frase, dove c'è violenza c'è sempre ignoranza, vale da sola tutto il post: a volte penso che si possa essere dalla parte del giusto per via dell'atteggiamento, più che per gli argomenti.
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