giovedì 2 ottobre 2014

Le bambole di Alice IV


Morgan aveva lasciato la casa di sua spontanea volontà, ma non fu una scelta facile. La casa che lei credeva il suo luogo di rifugio, di calore, le aveva detto che non era più una sua esclusiva, che doveva gettarsi nel mondo e cercare la felicità altrove. Che in quelle mura erano entrate altre persone, altre bambole. Per tanto tempo lei cercò di rimanere ed aspettare che le cose tornassero felici come una volta, ma le pareti divenivano sempre più cupe e le tapparelle spesso rimanevano chiuse. Non più raggi di sole, le risate scemavano e gli specchi non brillavano più. L'aria era sempre più pesante. Scendeva l'inverno. Il carillon taceva. Non poteva più fare nulla, e se ne andò.

Morgan non camminava più sulle nuvole, ma con i piedi per terra. Camminava da sola, eccetto quelle volte che Alice dai boccoli d'oro la guardava riflessa, dalle vetrine, dagli specchi, nei volti delle persone.

Alice rideva, godeva, pugnalava ed immergeva le mani candide nel sangue. La sera, quando arrivava a casa, sorrideva a Morgan dallo specchio e le mostrava chiaramente il cuore che ancora palpitava e grondava nelle sue mani, aspettando una reazione dall'altra dimensione. Morgan si limitava a lavarsi i denti e il viso, poi spegneva la luce e usciva dalla stanza. Non poteva e non voleva fare più nulla contro Alice.

Passarono così delle settimane alla ricerca di bucaneve in città e ninfee fra gli asfalti. Sognava gigli, ma trovò fiori di carta bianca da colorare.
Un giorno arrivò una novità, piombando nella sua serena monotonia. Qualcuno le scrisse del sentiero e lei credette di nuovo nelle parole infantili di Alice, quando ancora aveva bisogno delle ninne nanne per addormentarsi, come tutti i neonati. Sentì scorgere la fiamma che invece era un lumicino spento. Ma era una presa in giro. Fu la notte più lunga di tutti i tempi, la risata più acuta e penetrante di quel gioco inspiegabile e crudele che la padrona giocava con le sue bambole.

E poi, a mezzogiorno, tutto tornò quasi come prima. Ma non come prima. Ora il suo volto era invecchiato di cento anni. Chi era quella donna grigia allo specchio?

Alice... perché?



Le bambole di Alice III



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