domenica 23 febbraio 2014

Shopping a Brescia

Stavo pensando che per chi vive a Brescia, è veramente difficile fare shopping online, perché in questa città si trova tutto, o quasi. Gli unici acquisti che ho fatto usando internet sono stati i tin whistle irlandesi col becco in legno, lo xaphoon in canna di bambù, alcuni libri oramai introvabili, che sono riuscita a recuperare acquistando le ultime copie direttamente dalle case editrici, e la cover per il mio smartphone.

Io curioso sempre nella rete in cerca di cose particolari, ma poi finisco per acquistare di persona, perché quando pago poi vorrei subito in mano il mio prodotto scelto. Certo se gli articoli che cerco sono troppo lontani me li farei spedire, ma poiché tutto quello che mi serve è raggiungibile in meno di mezz'ora, preferisco andare sul posto a verificare e scegliere, specialmente quando si tratta di abbigliamento.

Partiamo dalle grandi marche di abbigliamento: quando ero ragazzina, si prendeva il treno con le mie amiche e si andava a fare shopping a Milano, perché c'erano negozi e firme che qui ancora non erano arrivati. Poi a Brescia sono cominciati a fiorire i centri commerciali in poco tempo e tutto è arrivato pure qua. Le ultime volte che sono andata a Verona e a Milano, città più all'avanguardia dal punto di vista della moda, sono sempre tornata a mani vuote, perché vedevo i vestiti in negozi che ci sono pure a Brescia e, per non appesantirmi, ne prendevo nota per acquistarli una volta tornata. A Milano alcuni marchi, non molti, hanno i nuovi arrivi con un anticipo di qualche mese, ma se non si è alla ricerca mirata e disperata di un determinato articolo, meglio starsene serene a Brescia e comprare con calma, senza farsi ore di viaggio cariche di borse. 

Qui i negozi di elettronica abbondano, e così pure le librerie, negozi di scarpe, accessori, articoli sportivi, strumenti musicali, arredamento, articoli per la casa, articoli per bambini, giocattoli, bricolage, cancelleria. Gioiellerie, bigiotterie, telefonia. Profumerie con tutte le marche di cosmetici. Agenzie viaggi con offerte last minute. Ci sono negozi grandi con solo articoli per auto e moto, mio cognato quando viene da Bologna gli piace farsi un giro là. Ma anche negozi un po' particolari, come quelli di sexy shop e prodotti biologici, vegani, etnici.

Pure la mia ultima ricerca online mi ha fatto scoprire un negozio di cui non sapevo l'esistenza in città: cercavo un costume di Carnevale in particolare ed ero già propensa ad acquistarlo su internet. Ma poi sul sito degli articoli in vendita, fra i vari rivenditori era riportata anche una sede a Brescia, non molto distante da casa mia, così pure questa volta sono andata là direttamente per prendermelo.

E' stato meglio così, perché è sempre meglio provare i vestiti, controllare le cuciture e scegliere il modello che meglio sta addosso, perché non sempre il vestito che sembra più bello o più brutto indosso ad un manichino o in fotografia garantisce lo stesso risultato indossato personalmente.

Questo è un negozietto che vende costumi e accessori per feste, Carnevale, Halloween e abiti medioevali per tutto l'anno e alcuni articoli "strani" per la casa. Dev'essere un posto frequentato da attori e ballerini... o travestiti!!!

Stavo pensando a questo oggi, mentre guardavo alcuni miei siti preferiti e pensavo che oramai la mia paypal la sto usando solo per pagarmi e scaricarmi gli ebook, basi musicali in mp3 e alcuni spartiti in pdf.

Per tutto il resto si esce di casa. E' una fortuna del resto, sono belle occasioni per farsi un giro di chiacchiere con le amiche. I momenti in compagnia ancora si creano!



mercoledì 12 febbraio 2014

Cemento




Questa è una parete tosta.

Ho capito che è veramente dura, a furia di sbatterci la testa mi faccio male. 
A furia di arrampicarmi con le unghie mi scortico la pelle.
E' stupido continuare a procurarsi ferite.

Ora non so. 

Posso cercare una scala e provare a scavalcarla.
Posso provare a farci un buco sotto e attraversarla a gattoni.
Posso camminare lungo la parete e studiarne la lunghezza e magari andare dall'altra parte tramite un'altra via.
Posso gridare finché non vengono ad aprirmi.
Posso chiamare un'impresa che venga ad abbattermela.
Posso stare qui a piangere dalla disperazione.
Posso rinunciare e tornare indietro.
Posso rompere le scatole a tutti finché non mi buttano dall'altra parte.

Il mio problema è che ho la testa grossa e dura (che è grossa, me lo disse pure la parrucchiera), che è dura, me lo rinfacciano continuamente i miei.

A volte, non è proprio un pregio.
Altre, è una grande tenacia e mentre gli altri si arrendono io arrivo al traguardo.

Adesso però ho bisogno di riposarmi, rigenerarmi e riflettere un po'. Perché io penso pure tanto.

E penso...
E penso...
E penso...



Cosa c'è dall'altra parte della parete???


"Brodo caldo per l'anima"

Mi piace leggere. I libri mi hanno tante volte salvato dalla tristezza e dalla confusione, bisogna trovare la lettura adatta. Non potrei fare a meno degli amici e dei libri. Delle parole giuste, nel momento giusto, possono salvarti la vita.

Il lettore e-book è una gran bella invenzione, perché in un rettangolino elettronico di pochi grammi posso portare con me centinaia di libri, intere biblioteche e rimanere leggera e svincolata da scaffali e casse di carta che prendono polvere e occupano troppo spazio, e non è vero come dicono che c'è il rischio di perderli tutti, basta averne una copia sul pc o masterizzati in un dvd-rom.
Io, personalmente, preferisco gli e-book. Questa estate, dopo essermene procurata una copia in formato elettronico, ho dato via molti libri, conservando solo quelli che mi sono stati regalati o con un qualche significato per me.

Un libro che ho qui con me e che ogni tanto sfoglio, è "Brodo caldo per l'anima", di Jack Canfield e Mark Victor Hansen.

Me lo regalò mia sorella ad un compleanno. Sulla copertina del libro c'è scritto: "Brodo caldo per l'anima, storie che scaldano il cuore e confortano lo spirito".

Mi piace perché raccoglie tante vicende vere di gente comune che con la speranza, la tenacia e contro tutti, è riuscita a realizzare i propri sogni. Oppure episodi significativi della vita quotidiana che diventano piccoli insegnamenti. 

E' facile consigliare di non perdere la speranza e di guardare la vita in positivo, ma quando si è scoraggiati e giù di morale, sono parole che entrano da una parte ed escono dall'altra, invece, senza ricevere consigli ed insegnamenti, preferisco imparare osservando gli altri e seguirne l'esempio, perché penso: "Ma allora c'è chi ci riesce, allora è possibile, ce la posso fare anch'io". 

Ci sono varie storie che mi piacciono, alcune lunghe e altre molto brevi, alcune mi fanno inspiegabilmente venire le lacrime gli occhi.

Oggi mi piace leggervi questa:

Un negoziante stava appendendo sulla porta un cartello che diceva: "Cuccioli in vendita". Cartelli del genere riescono sempre ad attirare i bambini e, naturalmente, sotto il cartello comparve poco dopo un bambino. 
"A quanto vende i cuccioli?" domandò.
Il negoziante rispose: "A vari prezzi fra i 30 e i 50 dollari."
Il bambino mise la mano in tasca e tirò fuori alcuni spiccioli. "Io ho 2 dollari e 37," disse. "Posso vederli?"
Il negoziante sorrise ed emise un fischio, e dalla cuccia uscì Lady, che percorse il negozio seguita da cinque minuscoli battufoli di pelo. Un cucciolo rimaneva decisamente indietro. Subito il bambino individuò il cucciolo zoppicante e ritardatario e chiese: "Cos'ha che non va questo cagnolino?"
Il negoziante spiegò che il veterinario aveva visitato il cucciolo e aveva scoperto che gli mancava una cavità nell'anca. Avrebbe zoppicato per sempre. Sarebbe sempre stato uno storpio. Il bambino si entusiasmò.
"E' questo il cucciolo che voglio comprare."
Il negoziante disse: "No, non ti serve comprarlo, se proprio lo vuoi, te lo regalo."
Il bambino si arrabbiò. Guardò dritto negli occhi il negoziante, puntando il dito, e obiettò: "Non voglio che me lo regali. Quel cagnolino vale tanto quanto gli altri cani e io pagherò il prezzo intero. Adesso le do 2 dollari e 37, poi 50 cent ogni mese finchè l'avrò pagato per intero."
Il negoziante ribattè: "Non vorrai davvero comprare questo cagnolino? Non potrà mai correre e saltare e giocare con te come gli altri cuccioli."
A questo punto il bambino si chinò e arrotolò i pantaloni rivelando una gamba sinistra storpia, avvolta in un sostegno metallico. Guardò il negoziante e rispose dolcemente: "Be', neanch'io corro tanto bene, e il cucciolo avrà bisogno di qualcuno che lo capisca."
Dan Clark,
Weathering the Storm

Dolce conforto.
Quando ci si sente soli e un po' diversi, è così mite incontrare qualcuno che ti capisca, che sente la vita come la senti tu.



°°°



Un bambino fu sentito parlare tra sé mentre passeggiava nel cortile, berretto da baseball in testa, giocando con mazza e palla. "Sono il più grande giocatore di baseball del mondo," disse con orgoglio. Quindi lanciò la palla in aria, cercò di colpirla con la mazza, ma la mancò. Imperterrito, raccolse la palla, la gettò in aria dicendo fra sè: "Sono il più grande giocatore di tutti i tempi!" Cercò di nuovo di colpire la palla e di nuovo non ci riuscì. Si fermò un attimo a esaminare attentamente mazza e palla. Quindi ancora una volta lanciò la palla in aria dicendo: "Sono il più grande giocatore di baseball che sia mai vissuto." Portò un colpo energico con la mazza e di nuovo sbagliò mira. "Ehi!" esclamò. "Che lanciatore!"

Fonte ignota


Un bambino stava disegnando e l'insegnante gli disse: 
"E' un disegno interessante. Che cosa rappresenta?"
"E' un ritratto di Dio."
"Ma nessuno sa come sia fatto Dio."
"Si saprà quando avrò finito."


°°°



Due semi si trovavano fianco a fianco nel fertile terreno primaverile. 

Il primo seme disse: "Voglio crescere! Voglio spingere le mie radici in profondità nel terreno sotto di me e fare spuntare i miei germogli sopra la crosta della terra sopra di me... Voglio dispiegare le mie gemme tenere come bandiere per annunciare l'arrivo della primavera... Voglio sentire il calore del sole sul mio volto e la benedizione della rugiada mattutina sui miei petali!"

E crebbe.

L'altro seme disse: "Ho paura: Se spingo le mie radici nel terreno sotto di me, non so cosa incontrerò nel buio. Se mi apro la strada attraverso il terreno duro sopra di me posso danneggiare i miei delicati germogli... E se apro le mie gemme e una lumaca cerca di mangiarsele? E se dischiudessi i miei fiori, un bambino potrebbe strapparmi da terra. No, è meglio che aspetti finché ci sarà sicurezza."

E aspettò.

Una gallina che raschiava il terreno d'inizio primavera in cerca di cibo trovò il seme che aspettava e se lo mangiò.
Patty Harsen


lunedì 10 febbraio 2014

Nel giardino






Mi piace la luna d'oro che si scioglie liquida nel laghetto, quando mi inchino e ne bevo un sorso del limpido e denso nettare.

Di queste gocce ne bevono i viandanti assetati di risposo e di letizia.

Scende giù e si dirama nelle vene, poi mi addormento e anche con le palpebre abbassate le mie sensazioni vedono  i fiori attorno a me e l'albero ricoperto di lucciole.

I miei capelli neri ondeggiano nella brezza, li scosto dal volto e ascolto il rumorio della piccola cascata d'argento.

Questa notte la luce di luna bagna di incanto la mia pelle orientale e le creature del popolo fatato. L'acqua brilla e la sua superficie sembra un tintinnare di piccoli diamanti di canditi.

C'è un profumo nell'aria di giochi e dispetti infantili. Un profumo di zucchero filato. E ci sono ali di farfalle blu.

Da lontano, voci di ricordi che si sovrappongono. 
Raccontate, inviate questo messaggio. Che lo senta, che lo capisca, e sappia. Dentro di se.

Mi piace la luna. 
E' così grande la luna. Piena come uno specchio, quando cala si trasforma in una culla.

Compie il suo ciclo la luna.

Questa sera qui nell'universo non mi oppongo più. E mi inondo di luce.




domenica 9 febbraio 2014

Dialogo (Alice e il vento)

La finestra stava spalancata tutto il giorno, anche quando faceva freddo. Dalla stanza si potevano vedere le campagne e i nidi dei pettirossi. I vicini circostanti chiudevano le finestre e si preoccupavano di tirare le tende, così verso l'imbrunire si poteva intuire se c'era qualcuno nella stanza grazie alle luci accese.

La finestra spalancata invece non nascondeva nulla della stanza. Era spesso disabitata e buia, ma si potevano intravedere, dal basso, molti libri, alcune bambole, un pianoforte e diversi abiti di merletti e nastri buttati su di una sedia.
Un grande specchio in stile liberty. Una chitarra appoggiata. Un letto.
Un paio di vecchie scarpette da ballerina troppo piccole oramai.
Alcuni, pochi quadri, un giradischi e molta musica impilata.

Un ambiente solitario che nel silenzio avrebbe potuto raccontare di una vita intera stanca di esistere. Ma tutto taceva, e il giradischi non girava mai, il pianoforte era sempre chiuso. Le bambole che ogni cosa sapevano custodivano i segreti. Lo specchio rifletteva altre porte di altre stanze chiuse. La polvere sui quadri e solo le corde della chitarra vibravano, stonate, quando il vento si insinuava e soffiava forte.

C'era un diario su di un tavolo.

Quando il vento della primavera in tempesta invadeva la stanza, sembrava volesse strapparne le pagine e cercare nervosamente qualcosa. 

Gocce di pioggia si battevano sullo specchio. La superficie fredda, spiando il diario dalle pagine volteggianti, rifletteva parole in lingua straniera di un posto lontano. Molto lontano.




°°°



Io sono qui, qui dentro. Respiro questo vento con gli occhi chiusi e aspetto.


Non sono in grado di illuminare, non sono in grado di chiudere. Non so raccontare ancora. Percepisco il disagio e so che la gente mi osserva curiosa, ma io non saluto nessuno. Non voglio fare entrare nessuno nella mia stanza. Non ci sono orologi e io non ho idea in che epoca siamo, se sono tornata indietro o sono troppo avanti. 


Ascolto l'addio.
Ma non so che cosa mi vuole dire.


Aspetto.
Ma non so che cosa perdere.


Sento un lieve, disarmante e in crescendo richiamo.
Tum, tum, tum...


Il vento è sempre più vicino a me, mi penetra negli occhi di vetro. Il freddo è sempre più profondo. Traballa, è troppo forte oramai. Cadrò. Bisogna chiudere la finestra.

Precipito sempre più a fondo, come in un lungo sonno.




°°°



In questa altra dimensione, la finestra è sprangata. Nessun soffio. 
Dove sono?



venerdì 7 febbraio 2014

Finestre

Se io riuscissi, tutti i giorni, a svegliarmi ad un orario decente, tipo per essere operativa alle nove almeno, riuscirei a dedicare un'oretta quotidiana a questo blog, che è una delle poche e preziose cose che mi danno un po' di sollievo, anziché ignorarlo e dimenticarlo per giorni e settimane.

Questo è il mio angolino e lo conosce e segue chi ha interesse e pazienza per addentrarsi nel mio cervello sconclusionato. Quelli che mi seguono di solito sono un po' sconclusionati pure loro.
Fra simili ci si capisce.

Oggi è uno di quei giorni in cui dalle 8:00 sono già sveglia e dalle 9:00 in piedi. Ma non sono abituata a vedere il cielo così scuro e freddo. Il mio stomaco è chiuso. Per colazione qualche sorsata d'acqua e un cioccolatino. Occhiaie profonde. Volevo esercitarmi ma non ho fiato. Il cuore batte e batte e il pianoforte per fortuna mi ha calmata un po'. Meglio note dolci che pifferi rumorosi, a quest'ora, ma non suono sulla tastiera da settimane e ho le dita un po' ribelli. Dico che non ho mai tempo.

Ora sono qua e aspetto le 11:00. Per riempire il tempo sto qua.

Penso che in un'oretta sono riuscita a suonare il piano e pure a scrivere. Basterebbe quell'ora in più al giorno per fare un po' di tutto. Ma da sola non riesco. Vorrei che qualcuno mi buttasse giù dal letto alle 8 tutte le mattine.
Non so perché sia cosa difficile lasciare le coperte ed affrontare la giornata, è doversi affacciare alla finestra che a volte mi spaventa.


mercoledì 5 febbraio 2014

Preghiera

Morgan cammina sulle nuvole quando è di buon umore, ma a volte Morgan non lo è e in quei momenti ha bisogno del buon umore altrui.
Per questo nacque "Morgan", uno spazio del blog per radunare insieme tutti gli articoli dedicati ai momenti di gioia e di speranza. Come quando scrissi la Ricetta e feci un po' di Chiacchiere estive per consolare una mia amica.

Questo post però si interroga su come poter guardare la vita cercando di sorridere anche quando non si è in vena di farlo. E non lo scrivo per dispensare consigli, piuttosto, lo annoto per non dimenticarmene.

Ho sempre ammirato le persone che traggono fiducia e speranza dalla Fede. Io non sono molto religiosa, e per Fede non intendo nessuna religione, anche se in teoria dovrebbe essere così. La Fede è invece, secondo me, credere in qualcosa di astratto, e questo è antiscientifico, vuol dire accettare nella vita qualcosa di cui non si hanno le prove, esserne talmente fiduciosi da riuscire ad avere forza e serenità per andare avanti anche nei momenti difficili.

Le religioni nacquero per rispondere alle domande dell'uomo. Una fra queste, da dove veniamo e dove andremo dopo la morte.
La scienza e il sapere riuscirono però a confutare queste teorie e mai come oggi l'umanità vive sconsolata e senza Fede, con il crollo del credo religioso, inghiottiti nella tecnologia, il progresso medico e scientifico e l'industrializzazione. 

Uno dei tanti motivi per cui il buddismo non viene considerata una religione, è perché alla base della sua dottrina non viene posta la domanda comune alle più grandi religioni diffuse nel mondo: "Da dove veniamo? Dove andremo?"

Nel buddismo ci sono delle persone più illuminate di altre perché hanno imparato delle cose, e possono diventare dei maestri, affinché anche gli altri possano raggiungere la pace e l'illuminazione. Come nella vita reale, gli apprendimenti sono diversi e così tutti possono imparare e tutti possono insegnare. Lo scopo del buddismo è di elevare lo spirito. Le lezioni da imparare sono tante, a volte bisogna ripetere più volte per capirne il significato. 
Per queste ragioni i seguaci del buddismo sono considerati agnostici da tutti gli altri credenti di altre religioni e di solito non si mettono in guerra per definirne la supremazia e discutere di un unico Dio, dato che per primi non si pongono il problema e accettano il Dio dalle tante facce e dai nomi diversi.

Ma ha senso al giorno d'oggi la religione?

La religione, non so. 
Io mi definisco agnostica, ma forse sono più propensa al dubbio e a sperare che la vita mi dimostri l'esistenza di un Dio. Di fatto però, vedo che nella quotidianità le persone spirituali vivono meglio per davvero e così vorrei apprendere anch'io. Questo ha molto più senso, secondo me, che imparare le preghiere, andare a messa, confessarsi o battezzarsi, vivere nella paura, nel bigottismo, sentirsi timorosi ed infelici e peggio fare del male alle persone.

Però rimane ancora il scetticismo della Fede: come posso pregare qualcosa o in qualcuno in cui non so se esiste, come avvicinarsi e credere, avere fiducia?

Per questa mia sensazione di essere un po' sbagliata e pure amorale, ho sempre ritenuto un peccato pregare di tanto in tanto solo quando ne ho bisogno per chiedere qualcosa per me. E recitare strofe e ritornelli meccanici mi sembra una perdita di tempo e ancora più innaturale. Così ho sempre preferito non pregare del tutto. Ho pregato poche volte in vita mia, e solo per chiedere qualcosa per gli altri, perché così non mi sembrava di fare un affronto nei confronti di Dio, da cui la vita e le difficoltà mi hanno un po' allontanata.

Tempo fa lessi un libro che consigliava, a chi vuole cominciare a pregare, semplicemente di ringraziare.

Non importa se all'inizio si è scettici e non si sa quale Dio pregare. Ringraziare per qualcosa di tangibile, che si ha, è più facile anche per chi è scettico o si sente distante e in colpa, e non si rimane delusi se le richieste non vengono esaudite.

Capii il senso di questo consiglio ma dimenticai spesso di metterlo in pratica, ritenendomi già abbastanza spirituale solo per il fatto di rispettare le anime altrui, gli animali e impegnandomi a non fare del male. Da un punto di vista religioso, se poi mi pento per quelle due e tre cose che ho fatto, potrei finire dritta  in Paradiso.

La tecnologia e internet, strano a dirsi, a volte si rivelano quanto di più spirituale una lettura possa dare. 

Passeggiando qua e là in rete, ho incontrato un gruppo di persone che ogni giorno si riuniscono su di una paginetta per ringraziare pubblicamente di qualcosa. Semplicemente condividono la gratitudine e non chiedono nulla. Questo è il contenuto di questa pagina, nata dall'aggregazione di tante persone che diventano un numero sempre più crescente.

Quella sera ero un po' giù, lessi qua e là qualche ringraziamento e mi tornò un po' il sorriso.

Uno ringraziava di essere in salute e di essere tornato a casa e di potersi riposare. Un altro ringraziava che i figli stessero bene. Altri di avere degli amici. O di avere una casa e da mangiare. O magari di avere un lavoro, qualche successo o incontri e sorprese inaspettate nel corso della giornata.

Ho provato anch'io a cercare dei motivi dalla vita per ringraziare. Ne ho trovati tanti. E poi ho provato a ringraziare le persone per qualcosa. 

Ringraziare le persone è più bello perché gli effetti sono immediati: innanzitutto oltre a scaldare il proprio cuore, si scalda quello di chi ha donato. E' un piccolo, ma potente mezzo di comunicazione che dovremmo esercitare tutti i giorni. Tutti noi potremmo sforzarci di pensare a qualcosa che abbiamo ricevuto, andare dalla persona interessata e dirle: "Grazie per quello che hai fatto". Magari scegliere una persona diversa al giorno e quando finisce il giro ricominciare ringraziando per altre cose. Le conversazioni cambiano immediatamente, le relazioni migliorano e ci si addormenta più sereni.

Non dovrebbe essere una cosa forzata, però, dovremmo sentirci grati per davvero. La mia esperienza è stata quello di ricordarmi di qualcosa che davo per scontato, e rendermi conto che stavo ricevendo.

Oggi non scriverò i ringraziamenti che ho fatto alle persone interessate a cui mi sono rivolta, voglio solo condividere con quanti leggeranno questo post le cose per cui sono grata alla vita. 

Io ringrazio (non so chi) per essere nata bella e sana, con la testa , delle capacità, per avere avuto una mamma premurosa e delle sorelle e un fratello. Non sarò mai sola al mondo. Ringrazio mio padre per avermi portata in Italia e allontanata da un destino difficile, se fossimo rimasti al mio paese ora non sarei appunto sana e chissà se sarei ancora viva. Ringrazio i miei genitori per avermi consentito di studiare pianoforte da piccola e di avermi così fatto scoprire e avvicinato alla musica, quella che poi è diventata la mia strada.

Cercherò tutti i giorni di pensare a qualcosa per dire grazie.
Sapete, alla fine fa stare meglio. Instilla fiducia e speranza, avvicina alla spiritualità, come le persone che pregano.

Ma forse ringraziare è già una forma di preghiera.


Streghe

Se io fossi un personaggio di un libro, mi piacerebbe vivere in una trama un po' fiabesca e spettrale, un po' gotica, un po' folkloristica. Ma vorrei essere una strega, una fata o un'antagonista inquietante e sovrannaturale. Come lo spirito Banshee... malefico, con i capelli fluttuanti, gli occhi rossi, presente nelle storie scozzesi ed irlandesi, o come la pagana fata Morgana delle leggende celtiche o ancora, come la malvagia strega Baba Jaga delle fiabe russe.

Chissà perché, questi personaggi misteriosi provengono sempre dall'Europa del nord, territorio dalle saghe gelidi ed affascinanti, con donne dallo sguardo di ghiaccio, foschia, castelli e boschi segreti, distese infinite ammantate di bianco, il mare in tempesta che si imbatte sui fiordi, le notti buie e i cieli scuri e penetranti.

Quando la realtà mi toglie la capacità di respirare e le giornate mi legano i polsi, io spesso mi distacco dal mio corpo e vago con la mente. Sento che questo non è il mio mondo, non qui. E allora mi allontano e riesco a non percepire il macigno su di me.

Sogno trame strane e racconti magici, dove le belle donne hanno i lunghi capelli fluttuanti e sono temute ed isolate dalla gente comune. 

La prima volta mi innamorai di Banshee che piangeva disperata il suo innamorato perso, la trovai bellissima e sinistra, con i lunghi capelli azzurri e gli occhi rossi dal pianto. Girava notturna nel suo spirito fra i boschi e le stanze dell'antica Britannia.

Poi fu la volta di Morgana di Pendragon. L'adorai nella versione di Marion Zimmer Bradley. 
"Piccola e scura, come quelli del popolo fatato". Allevata ed educata all'uso degli incantesimi e della magia nera dalle sacerdotesse che adoravano la Dea, nell'isola incantata di Avalon. Sorellastra di Artù, rivale di Ginevra. 
Morgana la strega, la sacerdotessa, ricevette l'incisione sulla fronte solo quando imparò l'arte della magia dell'isola: una piccola mezzaluna azzurra che coprì con i capelli quando rinnegò le sue origini e visse alla corte di Camelot.

Baba Jaga, la terrificante strega slava, è isolata nei boschi neri che inghiottono i viandanti dispersi della fredda Europa nord-est. Vive con dei servitori invisibili. Chiunque la incontri non può più tornare fra i vivi a raccontarlo. Baba-Jaga si nutre delle anime impure uccidendo chi la interroga. L'unico modo per sconfiggerla è essere di animo e spirito puro.

Quando invece penso a me, mi vedo, non so perché, isolata in una stanza di una grande casa illuminata e scaldata dal fuoco, intenta a scrivere con la penna intinta nell'inchiostro. La mia mente è la mia magia, la mia penna realizza il mio pensiero.
Fuori è freddo e scende la neve. E io sono qui nel silenzio, circondata da ninnoli in argento e vetri colorati, a tessere trame e a decidere il destino delle persone con le parole che scrivo. In uno specchio, spio il mondo dal di fuori, osservo, come sempre, lontana. Mi piace la musica dei carillon. Le civetterie e i simboli arcaici. 

E così, mi sento anch'io un po' strega, qui da sola immersa nel mio mondo lontano, trasparente e dipinto da me, incantato, mio.




Non voglio che finisca, non voglio uscirne, non voglio.
Non vorrei mai tornare nella realtà.