giovedì 20 giugno 2013

Le immagini

Ho sempre trovato facile comunicare con le parole scritte. Scrivendo si può raccontare, esporre delle idee, rimettere ordine ai pensieri, comunicare dei problemi, lamentarsi. Si possono fare un sacco di cose.
Invece mi è molto più difficile fare lo stesso in forma orale, perché spesso mi vengono dei lapsus, non ricordo le parole, la grammatica, l'ordine delle frasi, gli accenti, e talvolta neppure la lingua. Che incongruenza! 

Mi piace anche comunicare senza dover parlare, solamente attraverso i suoni. Da piccola mi mettevo al piano e giocavo con i tasti. Non dico che suonavo per davvero, tutt'altro, ma parlavo a modo mio, e ogni tasto premuto era una parola mesta non detta. Crescendo ne ho conservato il ricordo e l'abitudine. Il pianoforte per me è uno strumento delicato, solitario, chiuso nella stanza, non esce mai. E' legato all'infanzia, ai momenti di solitudine ma anche di libertà. Di lavoro non faccio la pianista, e così posso suonare quello che voglio con tutti gli impedimenti tecnici che non mi posso permettere al sax. E' la mia voce per i miei momenti di stanchezza e di malinconia. 

E poi ci sono le immagini. Rappresentano la creatività e i momenti spensierati e di compagnia. Disegno e creo oramai poco da quando ho finito la scuola, per mancanza di tempo e di spazio, ma soprattutto... per mancanza di persone attorno a me. Ho un ricordo piacevole di tutte quelle ore in laboratorio, con le dita e il naso sporchi di colore, i capelli raccolti, le compagne di classe attorno ai tavoli o sparse per l'enorme stanza, la musica della radio di sottofondo e l'interminabile disordine e il cicalio... E la professoressa che ci diceva: "Ragazze, ragazze! Abbassate un po' la voce!".
Già allora non disegnavo quasi mai a casa, ma aspettavo di farlo a scuola perché mi divertivo di più. Si parlava e si creava. Questo per me era il significato delle immagini, che non so dar luce nella solitudine della mia stanza.

Però mi piacciono le fotografie.

Sono immagini immediate che fermano per sempre dei momenti. E spesso quando sono felice tiro fuori il telefono e annuncio: "Facciamo una foto!" niente di che: scatti elementari, non sono una fotografa. "Ma devi sempre fare foto tu?" mi dicono.

Certo... perché poi il tempo passa, i ricordi si affievoliscono, le parole diventano distorte. Solo quegli scatti rimangono.

Sfoglio le cartelle piene di fotografie del mio computer e sorrido. Vorrei pubblicare tante fotografie, ma le terrò per me per non esporre in questo spazio i miei amici. C'è questa immagine però, che racconta tante cose senza mostrare il volto di nessuno:


Quella.
Fu una bella estate.


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