domenica 21 giugno 2015

Dopo uno spettacolo

Che strana che sono. O forse no.

Mi ha sempre un po' stupito il fatto che molti miei amici musicisti abbiano tra il pubblico, durante i loro concerti, i genitori e i parenti. Sono pure "grandi", cioè, gente di venti, trent'anni, pure quaranta!

Io non li ho, ma mi pare normale così.
Io non li ho avuti neppure per il mio diploma e per la mia tesi.

Mi ricordo che da piccola e da adolescente, c'erano perché essendo minorenne, non potevo spostarmi da sola, così mi accompagnavano in macchina ai miei concerti, ma io non è che ritenessi importante o normale che ci fossero. Forse più che importante, non mi sembrava "normale" che ci fossero.

Per me era normale che ci andassi da sola. Non mi ricordo se ci tenessi però che venissero a sentirmi.

Mi ricordo di quella volta, al concerto del Carmina Burana col coro del conservatorio. Ecco, quella volta era un bel concerto e volevo che venissero, al Teatro Grande di Brescia.

L'ingresso era libero, loro arrivarono giusto in orario ma era pieno e non li fecero entrare. Non c'erano cellulari al tempo per avvisarmi, così io cantai dando il meglio di me credendo che mi stessero guardando. Alla fine dello spettacolo corsi in fretta a cercarli, ma non li vidi. Ricordo che la delusione fu forte, e mi sedetti sui gradini del portone a piangere. Dopo arrivarono a prendermi, non avevano idea di quanto fosse  durato, erano dispiaciuti, purtroppo non c'era replica.

Questo è l'ultimo episodio che mi ricordo. Da allora non ho più chiesto alle persone a cui tenevo di venire, per paura di rimanerci male se non fossero riusciti.

E' abbastanza raro che io invita i miei amici, di solito se lo chiedo, lo faccio perchè ci tengo alla loro presenza, per condividere un mio momento che ritengo importante, più che per "fare pubblico". Non creo mai neppure eventi su Facebook come fanno in tanti, facendo pure spam, mi limito a postare le locandine, per chi vuole e, ultimamente, faccio poco pure quello. 
Lo dico a voce.

Magari sbaglio. E' che dentro di me non sono proprio un personaggio di mondo e di spettacolo.

Ho sempre sentito una certa solitudine nel dover esibirmi ed interagire col pubblico. Interagire? Beh, io non guardo neppure chi c'è giù, chi mi ascolta, non parlo. Non si può dire che interagisca. Lo fanno gli altri.

Ma sono serena così. Salgo, suono, sorrido, ringrazio, scendo.
Sono una solitaria, dentro. Anche con tanta gente, anche con la sala gremita, anche sopra un palco.


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