venerdì 10 luglio 2015

Il sole nel cuore

Sul lago di Garda, c'è un minuscolo negozietto di giocattoli per bambini lavorati col legno. Vi si possono trovare pure piccoli porta dentini da lasciare a Santa Apollonia, scatole, bambole, puzzle, libri, trenini, tessere, carillon.

La prima volta che casualmente entrai, l'anno scorso, era verso metà giugno, con un'amica, venni attratta immediatamente da una vivace esposizione di carillon, in particolare da quelli con disegnati api, fiori, ranocchiette o coccinelle.
C'erano giostre e piccole scatoline scorrevoli, con all'interno l'ingranaggio e un minuscolo pupazzo in legno che appariva ogni volta che si faceva scorrere il coperchio e si apriva la scatola. Allora si "svegliava" la bambolina e fluiva dolcemente il tintinnio della musichetta.

Trovo carini i carillon, perché si possono portare con sè, hanno il sapore dell'antico e suonano ninne nanne. Da piccoli ne avevamo tantissimi in casa: i miei ci portavano spesso a Livigno, in questo negozio di cose di legno e oggetti fuori moda, e ogni volta mia sorella se ne tornava a casa con un carillon nuovo. Se ne stavano su una mensola, io ero molto affascinata dall'ingranaggio interno e a volte rimanevo per delle mezz'ore a guardare la ruota girare e le minuscole lamelle colpite, produrre piccole e dolci melodie.

In quel negozio serviva un signore, spontaneamente e quasi subito, presi il carillon con il ranocchietto buffo e lo portai in cassa.

- Mi può fare un pacco regalo? - chiesi.
- Certamente - disse, aprendo un cassetto e depositando sul banco vari tipi di carta - è un maschietto o una femminuccia?
- Un... maschietto.
- Allora ce l'ho azzurrina... o bianca con i disegnini, anche quest'altra è carina per un bimbo - disse, scartando la carta rosa o con i fiorellini o cuoricini e lasciandomi scegliere fra i tre tipi rimasti.
- Questa - indicai.
- Quanti anni ha il bambino? - chiese, mentre faceva il pacchetto.
- Deve compiere quarantadue anni, è per il suo compleanno - risposi.
Mi guardò per un secondo sorpreso, poi sorrise divertito, mi misi a ridere.
- Non voglio indagare oltre, io mi sentirei colpito nella mia virilità - rise.

Io e la mia amica uscimmo dal negozio ridendo.
- Sono troppo felice di averlo preso! - esclamai. Pensavo che avrebbe potuto permettersi di comprare tutto quello che desiderava, se lo poteva permettere, perciò volevo donargli un pezzo di me, della mia voglia di giocare e scherzare. Cose che non avrebbe potuto ottenere pagando, neanche con tutte le ricchezze del mondo.

Era un fresco giorno estivo e spensierato, quel giorno sul lago.

Mi ricordo poi, l'8 luglio di quell'estate, il vestitino rosa acceso, le fotografie da diva, gli occhiali da sole con i bordi viola, come le scarpe e la borsa, il pranzetto vegano, la passeggiata in centro, e la sera, il temporale forte, le finestre che sbattevano, il regalino scartato, ridevo: - Io ti vedo come un bambinone! - lo prendevo in giro. A mezzanotte, volevo essere la prima a fare gli auguri.

E' passato un anno.

Quarantatre anni, quarantaquattro, cinquanta, cento anni. Non hanno importanza l'età e il tempo che avanza. Non contano le rughe, uno sguardo diverso e il volto più scavato, e non c'entra niente la virilità.
Io avevo scelto il ranocchietto e mi piaceva così, non ci tenevo che diventasse un destriero valoroso e un principe azzurro su un cavallo bianco, con obblighi e vincoli. Ero contenta di saltellare assieme a lui, libera, sulle foglie di ninfee nei laghetti sotto le stelle.

Era questo che sentivo quel giorno.
Era questo che amavo tanto del principino ranocchietto.
Ci sono bambini che crescono e diventano grandi e poi adulti. Fanno tanti compleanni, diventano importanti e invecchiano, ma conservano ancora questo cuore.
Cuore puro, cuore innocente e un po' ingenuo, cuore immenso. 
Cuore di bimbo.


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