Ci sono episodi e scene nei film che guardo e riguardo e mi distolgono dal reale per calarmi in una sensazione di rassicurazione: le storie con il Natale e le persone che si mettono in viaggio in macchina. Nei film americani, quando qualcuno guida, viene inquadrato un grandioso paesaggio, la strada, l'ignoto e parte sempre una bella musica che dà proprio l'idea delle mete da raggiungere, l'inizio di un'avventura, una nuova vita, o anche un ritorno verso casa.
Così anch'io mi sento una protagonista e parto con le mie solite tre o quattro canzoni come sfondo e mi calo nella grande storia della mia vita, dove sono io il personaggio più importante, l'attrice e non la spettatrice. E mi immagino in una scena importante della pellicola.
C'era "More than a feeling" dei Boston, che ascoltavo e ripetevo all'infinito o in questo periodo "Talking about a revolution" di Tracy Chapman... che belle melodie! E' la chitarra acustica che mi fa entrare nel gusto del tempo e dello spazio contemplativo. Guidare per fare pensieri e riflettere... una calmante sensazione, ma per provarla bisogna guidare su strade larghe, scorrevoli, dove puoi correre, non in città. Infatti io nel traffico non guido mai.
E le scene di Natale? Da piccola non c'era una festa per noi, eravamo in sei come per tutto l'anno. Poi per un po' ho sognato delle feste speciali, calde, ma crescendo ho capito che sono giorni felici dedicati agli altri e non per me, sono periodi da fare scorrere velocemente e poi tornare alla routine, per sentirmi di nuovo parte di qualcuno, tuttavia quando cala il buio e viene il freddo, mi piace guardare dentro lo schermo le storie a lieto fine degli altri, anche se so che sono inventate, dove si può percepire il fuoco nel camino, le luci alle finestre, il tempore dei regali, la neve che fiocca fuori, gli abbracci e i sorrisi che io mi voglio convincere siano veri. Voglio uscire dal mio tempo.
Sono così, uno scoprire sempre cose nuove, un partire per l'orizzonte del destino, ma nel mio nido ho bisogno delle stesse canzoni, le stesse storie, le stesse voci e i volti famigliari per non perdermi, per calmarmi, per sentire il cuore regolare.
Come i faciullini quando si addormentano, nelle immense notti stellate.
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