Una mia amica dice che la fine del 15 agosto è per lei, ogni anno, la fine di qualcosa. Quel qualcosa che forse la fa sentire un po' malinconica e, la canzone che meglio può esprimere il suo concetto di "fine", è quella canzone di anni fa che diceva: "L'estate sta finendo, e un anno se ne va, sto diventando grande, lo sai che non mi va"...
Non ho mai considerato il 15 agosto sotto questo punto di vista, ma da ragazzina, la fine dell'estate coincideva anche per me ciclicamente con il lasciarsi la spensieratezza alle spalle per un forzato viaggio verso il diventare più grandi, più responsabili, cosa che mi addolorava assai.
Oggi è il sedici agosto e manca più di un mese perché l'estate finisca sul calendario, ma sarà per il clima che si è rinfrescato, sarà perché tanti viaggi sono già stati fatti e ora sono tornata. Che tanti impegni mi si sono accumulati e sono qui al pc per portare avanti un po' di lavoro... mi andava di parlarne un po'.
La cosa bella del mio lavoro, ne ho parlato anche in qualche post fa, è che la fine delle vacanze e del tempo solare si sovrappone con l'inizio di tante novità artistiche e culturali, di movimenti e assestamenti di orari. Ogni anno a settembre cambia sempre qualcosa rispetto all'anno precedente e di solito sempre in meglio, così io non mi sento per nulla triste per il cambiamento, cosa che succede a molti lavoratori quando rientrano dalle ferie.
Sono fortunata a fare un lavoro che cambia continuamente. Che non mi annoia e che mi permette di vestirmi come voglio. Ci sono tanti problemi anche in quello che faccio, che non sto qui ad elencare, ma quando mi guardo in giro e sento il peso delle persone che al mattino si svegliano per andare a lavorare, che piangono quando devono tornare alla fine delle vacanze, mi sento una privilegiata.
Le persone ragionano per stipendi e per grado sociale, io non ragiono. Io mi sento leggera ed incolume da tutte queste concorrenze che fanno male quando si perde, e mi va bene così.
Non vivo mai con la sensazione di aver perso, di essere da meno a qualcuno. Osservo la gente e mi sento distante dai giudizi, dalle dicerie, dalle imposizioni, dalle paure, dai vincoli, dagli obblighi.
Soprattutto dagli obblighi.
Al mattino mi sveglio senza sveglie, sono in salute, penso a cosa devo fare, dove devo andare, penso al look del giorno, abbino i vestiti e le scarpe, mi rigiro allo specchio e mi sento bella così.
La salute e la bellezza renderebbero felici chiunque. Non so come si possa essere malinconici per un giorno sul calendario, per il cielo che varia nella sua tavolozza di colori attraversando tutte le stagioni dell'anno.
I miei appena arrivati in Italia scoppiarono di felicità per la prima neve: vestirono con cappotti, cuffie, sciarpe e guanti colorati noi bambini e ci mandarono all'aperto, sul bianco e con i fiocchi che scendevano grossi e compatti per scattarci un sacco di fotografie. Non avevano mai toccato nè visto dal vivo la neve in vita loro.
Ci sono paesi dove il cielo non muta mai o quasi mai. Invece sono belli tutti questi quadri alla finestra.
Siete ancora tristi per la fine dell'estate? A parte che c'è ancora tempo, ma vi racconto un paio di segreti.
L'estate, come ogni anno, volgerà al termine e arriverà il freddo. Ci si preoccupa delle provviste, ma lo sapete dove andranno le cicale oziose e le spensierate libellule? Vi raccontarono che la cicala morì congelata nella neve quando la formica gli sbattè la porta in faccia, e che la libellula smise di battere inesorabilmente le ali. Ma le cose non andarono così.
Io so che d'inverno la cicala ballò, cantò ed allietò la calda ma quieta casa della formica che finalmente imparò a cantare l'amore, e che per ricambiarla la ospitò in casa sua, e che la libellula chiuse le sue trasparenti ali in lungo sonno di sogni magici cullata dolcemente dall'amante, per poi librarsi di nuovo in volo con la bella stagione.
Le cose andarono così, per me.
Perché ognuno può scrivere e riscrivere il suo finale.
Le fiabe finiscono bene.
L'estate non finisce mai.
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