mercoledì 24 settembre 2014

Scarpette

Non è una salutare posizione, ma io quando leggo a letto, dopo un po' finisco con una guancia appoggiata su un braccio formicolante. Così il mio orecchio vicinissimo alla guancia, sente le percussioni, forti e decise, un po' irruenti e, mi dico, fra il sonno e lo stordimento:

"Mi batte il cuore! Sono viva!" 

Questo pensiero è scioccherello per due motivi: il primo è che il mio cuore non si trova nel mio braccio destro, e il secondo è che non ha mai avuto problemi a farsi sentire, nel senso biologico, non romantico. Il mio cuore di solito batte assai.

Spengo la luce e nel farlo mi ridesto un po', così divento consapevole che quelle pulsazioni provenivano dalle mie vene, dal sangue che vi scorre dentro e che dovrebbe arrivare alle mani e alle dita, se non ci fosse la mia testa pesante appoggiata sopra.

A proposito del sangue, quand'ero piccola ricordo di averlo avuto piuttosto liquido e che le ferite sanguinavano più a lungo della media, prima di rimarginarsi. Credo fosse una cosa di piastrine. Poi c'era quella cosa dell'epistassi che, non so come, mi è sparita da un giorno all'altro.

Sì, mi ricordo che magari parlavo e mi trovavo le gocce di sangue all'improvviso sui vestiti. Quando atterrai in California, qualche minuto dopo cominciai a perderne e, sapete, magari è un aiuto divino se durante un'interrogazione non sai la risposta e succede questa cosa, e allora ti agiti, fai un po' di scena e mandi in crisi pure la profe che ti spedisce in bagno a sistemarti, ma arrivò pure un paio di volte durante i concerti col coro del conservatorio e furono delle seccature, perché il fazzoletto mi toglieva il rossetto e la cipria dal naso.

Però da adolescente mi sentivo importante per questo problema, così come il pesare quaranta chili e sentire continuamente commenti di persone che mi dicevano di metterne su un po'.
Piccola sia in verticale che in orizzontale, mi sentivo piccola pure nel mondo per quel fisico acerbo che non volevo far diventare donna, mi sentivo bella e perfetta, come Emilia quando cantava:

"I'm a big, big, girl in a big, big world..." e per questo le persone dovevano proteggermi, non sporcarmi, per mantenere i pensieri liquidi ed innocenti.

Il proibito era solo un gioco di ribellione, uno scherzetto perverso, una provocazione divertente, come se pensassi che senza una salute ballerina, la sigaretta in bocca e le scarpette da bambola e tutti quei teatrini, non potessi essere altrettanto importante e non avessi il diritto di ricevere attenzioni.

Quanto tempo è passato!

La medicina psicosomatica dice che chi soffre di epistassi "piange sangue", come se perdesse la voglia di vivere. Non lo so se è così.
Ma il mio corpo è cambiato, non peso più quaranta chili, sono più rotondetta, non ho più quei bruciori allo stomaco di quando digiunavo per non ingrassare di un grammo, adesso mangio e il mio sangue è cambiato... ora coagula! Non ho più sanguinato da almeno dieci anni.

Chissà cosa è successo.
Chissà cosa è cambiato.
Chissà cosa succederà e cambierà ancora.
 
Tuesday bloody tuesday.


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