venerdì 11 luglio 2014

Poesia

Quando il fuoco brucia ed è in fiamme. Distrugge, io ora aspetto. Ho già distrutto. Credevo che aspettando però, si limitassero i danni. Ma mi accorgo che incendia dentro.
Fa male lo stesso.
Non ho idea. Vorrei essere acqua, ma allora la potenza del mio essere distruggerebbe gli argini e prenderebbe con se le persone per affogarle. Non volevo.
Vorrei essere aria, ed allora sarei un ciclone irato che spazza e solleva le case per scaraventarle contro il muro. Alberi e strade sradicate.
Vorrei essere terra, ma mi agiterei fino a sposatare le zolle ed inghiottire paesi e storie, e alla fine del terremoto, morte e disperazione, solo terra desolata da ricostruire.
Ti prego vieni a me piccola e dolce nenia. Prendimi per mano e aiutami, insegnami a dormire. Cullami in te e aspetta il mio sonno. Dimmi quelle parole. Non lasciarmi questa sera.
Rimani qui. Non ho paura quando ci sei.
Ora il fuoco è una gaia fiamma di candela che rischiara e crea ombre nella stanza, l'acqua il tintinnare della pioggia estiva che rinfresca l'aria.
La terra il nutrimento di quel vaso che da vita al fiorellino. L'aria, il tuo dolce canto, l'alito lieve che sento sulle mie gote.
Non andare via, rimani qui per sempre.


Nessun commento:

Posta un commento