lunedì 10 aprile 2017

Lo spettacolo deve continuare 1

Quando voi andate a vedere uno spettacolo che vi piace un casino... e battete le mani e raccontate in giro: "Era proprio bello, bravi, riuscitissimo!", vi siete mai chiesti cosa ci sia nascosto dietro le quinte?

Ve ne racconto un po', inauguro una nuova serie di racconti. Oggi cominciamo con l'aneddoto numero 1: non fu proprio uno spettacolo, anche se sempre un'esibizione importante, ma ho voglia di cominciare da qui.

Quando le cose fanno parte del passato, ricordarle fa anche ridere e si narrano gli aneddoti con divertimento, ma tutti i trambusti, gli intoppi, le novità degli ultimi momenti e gli istanti prima di salire su un palco, certe volte fanno disperare e mettersi le mani nei capelli... allora che si fa? Si ride! Mica si vorrà piangere?

Sì, perché vivere nel mondo dello spettacolo è alquanto divertente, e qualsiasi cosa accada, si sale in scena e si va avanti!

Mi piace oggi ricordare come sia arrivato in casa mia uno dei miei sax preferiti: quando ero già al biennio di specializzazione, successe che, esattamente il giorno prima di un importante esame, il mio strumento mi cadde. Colpì una buona parte dell'ottone, le chiavi si stortarono e fu impossibile suonarlo.

Come può sentirsi un musicista e studente con l'esame il giorno dopo, in quel tragicissimo istante della vita?
Ve lo lascio immaginare. Da musicista il cuore si spacca di dolore, perché uno strumento musicale fa parte della sua vita e vederlo "ferito", ammaccato, fa piangere non solo gli occhi. Poi c'è la parte pratica, perché si può, sì, rimettere a posto, ma viene a costare non poco, e nel mio caso non ci sarebbe stato tempo sufficiente per farlo. Come studente ero ovviamente in panico. Che fare? 
Come riuscii in meno di ventiquattro ore a risolvere?

Non volevo assolutamente rimandare l'esame ad un'altra sessione. Non avevo nessuno che potesse prestarmi uno strumento dello stesso livello, anche perché chi ne ha uno professionale, a meno che non sia una persona con un forte legame, non se ne stacca.

Così nel giro di cinque minuti mi ritrovai in macchina, alla guida per comprare un altro sax. Fu un impulso, quando devo risolvere io decido alla svelta... e faccio le cose in grande! Avevo già guardato in internet, telefonato, svuotato i miei risparmi e deciso. Ecco. In partenza!
Partii con l'intenzione di prenderne uno gemello, uno identico al mio sax malato, per sostenere l'esame senza sentire alcuna differenza... ma quel giorno c'era lì un vintage, un Mark VII che mi fece innamorare. Andò così... e anzichè tornare a casa con un altro Super action serie II, me ne andai via con lui.

L'esame andò bene. Feci sistemare l'altro sax, che tornò come nuovo, e da quel giorno dissi a tutti saggiamente: se lo fai di professione, devi sempre averne almeno due professionali in casa. 


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