Nota: I racconti qui pubblicati sono inediti ed interamente ideati e scritti da Thasala Phan, a cui appartengono tutti i diritti (vedi nota in fondo alla pagina). Alcuni luoghi citati, i personaggi e le trame sono frutto di sola fantasia. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.
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- IL CIMITERO DELLE BAMBOLE -
In alcune religioni si usa cremare i morti e le ceneri vengono poi sparse o conservate. In altre, i cadaveri vengono seppelliti e la natura fa il suo decorso di decomposizione. In questo modo anche coloro che in vita erano belli, diventano degli scheletri senza pelle e senza occhi, con le orbite vuote. Da cadaveri si è tutti brutti.
E' ridicolo che certi esseri umani quando sono in vita pretendano di essere seppelliti, dopo il trapasso, con abiti sfarzosi e gioielli. Perché vedere un cadavere decomposto agghindato e carico di anelli e collane è piuttosto antiestetico e disgustoso. Oltre che inutile.
Il problema delle bambole è che non si decompongono. Ceramica, vetro, legno, porcellana. Se cadono possono andare in mille pezzi, ma non si riempiono di vermi e non emanano odore di morto.
Rebecca, la timida cameriera di Alice, non ci provava più a salvare le bambole che la padroncina decapitava e poi buttava via. Ci aveva provato un paio di volte ad aggiustarle per portarle alle sue sorelline, ma quando Alice l'aveva scoperto, era andata su tutte le furie e l'aveva frustata.
Il suo ordine era di disfarsene e non di recuperarle.
In un piccolo spazio di terreno dietro il palazzo, nella brughiera, aveva così cominciato a seppellirle e a salutarle con una sua cerimonia di canti lamentosi e preghiere da lei composte.
Era "il canto di Becky". Un canto che gli animali e le piante della brughiera conoscevano.
Ogni bambola aveva una piccola tomba e quando arrivava la notte, le finestre inondate di luce dell'abitazione gettavano una sinistra e vacua luce bianca sulle neri croci del cimitero.
Quando il vento soffiava, elevava in alto storie e parole miste di risolini sarcastici, voci infantili e cristalline di bambole senza testa che bisbigliavano fra di loro e cantavano filastrocche. Pregavano richieste d'aiuto e di vendetta. Come anime sensa giustizia imprigionate sulla terra. I viandanti che malauguratamente capitavano da quelle parti però non udivano distintamente una musica, ma percepivano nel vento immaginari echi e messaggi incomprensibili che li spingeva ad affrettare il passo per allontanarsi il prima possibile.
Solo un ardente e doloso incendio per tutta la brughiera avrebbe liberato le anime da quel cimitero e ridotte in cenere. Allora il vento avrebbe soffiato le ceneri via con se, come in certe religioni. Che poi vagano, vagano, tornano alla terra o finiscono in mare.
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