sabato 14 giugno 2014

Morelli

Voi sapete che leggere è la mia abituale compagnia e che ogni tanto parlo qui di qualcosa che ho letto.

Ieri notte non riuscivo a prendere sonno, così ho pensato di iniziare un nuovo libro, uno di quelli che erano nella biblioteca di mia sorella e che ha lasciato in deposito a casa dei miei durante il trasloco.
Ho cominciato: “Come amare ed essere amati” di Raffaele Morelli, ma dopo qualche riga, qualche paragrafo qua e là del libro l’ho messo giù.

Mi ha lasciata un po’ turbata.

Ho provato a cercare qualcosa in rete per capirlo e sapere cosa ne pensa il pubblico, così ho avuto modo di conoscere suoi ulteriori insegnamenti sull’amore.

Morelli dice che in una coppia non bisogna dirsi tutto, perché la troppa apertura potrebbe nuocere e togliere il mistero, e fin qui potrei pure essere d’accordo, ma poi cita come esempio un suo paziente che ha confessato alla compagna di averla tradita, per sentirsi a posto con la coscienza, e questa non è riuscita, nonostante il perdono, ad andare avanti e alla fine la coppia è scoppiata. 
Perciò lui sconsiglia la confessione. Ma non condanna la scappatella, anzi questa potrebbe far pure bene alla coppia se vissuta in un certo modo.

Io credevo di leggere un libro sull’amore. E per me non vi è amore nell’ingannare una persona che si fida e si affida ad un’altra. Se c’è tradimento è perché non si ama e non si sta bene, ed è questa la causa della rottura, non l’essere stati “sgamati”.

Comunque in generale Morelli dice proprio che nella coppia è bene parlarsi il meno possibile. Io non potrei mai seguire questa sua teoria, credo invece che sia molto bello riuscire a comunicare e a capirsi, conoscersi, discutere e venirsi incontro. Invecchiare insieme con il dialogo e l’amicizia, l’affetto, la condivisione.

Mi sembra di vedere nei suoi insegnamenti l’idea di coppia di un uomo e una donna che si parlano poco per conservare l’attrazione iniziale, ma poi la vita sessuale è ravvivata grazie ad una terza presenza. Ma la coppia qual è? Quella ufficiosa o quella ufficiale? E il cuore cosa dice? E chi ama chi? Sono tutti felici? C’è qualcuno che soffre?

Boh! Sono perplessa, forse non sono una tipa moderna.

Così ho invece ho iniziato a leggere: “Spegni il fuoco della rabbia”, scritto da un monaco vietnamita che ha vissuto la guerra ed è stato candidato al premio Nobel per la pace da Martin Luther King. Già le prime pagine mi mettono una sensazione di pace e di speranza. Ho pianto alla prima storia vera.

Questi sono i libri dagli insegnamenti “vecchi” che non passano mai di moda e che vorrei sempre leggere.


Alla prossima lettura!


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