Nota: I racconti qui pubblicati sono inediti ed interamente ideati e scritti
da Thasala Phan, a cui appartengono tutti i diritti (vedi nota in fondo
alla pagina). Alcuni luoghi citati, i personaggi e le trame sono frutto
di sola fantasia. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a
persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.
***
Questo è il paese del ghiaccio, dell'illusione. Della notte buia di puntini luminosi artificiali e di volti sorridenti che invitano dai maxi schermi. Nessuno ha mai visto un soffione, solo fiocchi di neve. Qui non batte il sole, le strade sono illuminate solo dai lampioni e dalle insegne sgargianti e colorate che da sopra le molte vetrine e i palazzi dominano la città, ma appena fuori dal centro la magia della pubblicità, dei sogni e della musica lascia posto a case addossate, palazzi e pochi giardini pubblici di sassi e panchine grigie.
Mistral vive alla periferia, una zona senza gloria e senza sfarzo, di condomini e strade desolate. Ogni mattina esce di casa per andare a scuola, indossa stivaletti e un piccolo, pesante cappotto color chiaro su gonne corte e calze di lana colorate. Ha lunghi capelli lisci e biondi e grandi occhi chiari. L'aria è nuda e gelida, la cartella con pochi libri mai aperti e la strada è la stessa di ogni giorno.
E' una ragazza come tante, ma quando suona la campanella della ricreazione si siede per conto suo sui gradini della scuola, appoggia il mento sulle mani e si mette ad osservare gli altri, vagando lontano con lo sguardo.
A volte scribacchia qualcosa su di un taccuino, mordicchia la penna, pensa e riflette e poi riprende la sua attività.
7 Novembre.
Oggi mi sono svegliata e c'era ancora buio, come ieri, come l'altro ieri. Così non sono sicura di essermi davvero svegliata. Sono qui sui gradini della scuola e aspetto La stella. Ma sono ancora le stesse stelle blu lontane e non trovo lei. Nessuno sembra accorgersi che manca una stella nel cielo. Si appartano a coppie, si baciano e si accarezzano, io sono sola mentre scrivo la data di oggi. E' tutto così strano, mi gira la testa. Sento il vento... qui non è normale. Non sono sicura che questa sia la realtà, forse sto ancora dormendo. Sono ancora intrappolata.
Mistral
°§°
Sophie Flare dagli occhi neri passa le giornate sulla riva del Fiume Rosso ad osservare pescatori o sdraiata, con le braccia incrociate sotto la testa a dormicchiare, mentre il sole cocente batte forte sulle ciglia scure. Quando si stufa strimpella qualche corda del liuto, fischietta e butta sassi nel fiume.
- Dovresti andare a scuola, ragazzina - le dicono gli adulti pescatori ogni volta che la vedono. Perché sebbene preferisca oziare e sognare ad occhi aperti, il suo posto non dovrebbe essere al fiume ma sui banchi, ad imparare qualcosa. Sophie Flare dai capelli corvini non ci va a scuola perché deve controllare il fiume, e ha già imparato a leggere, giusto quello che si era prefissata per capire il contenuto dei libri. Cammina a piedi nudi e indossa gonne lunghe da gitana.
Bisogna spegnere il giorno. Canticchia accompagnata dal liuto, anziché rispondere ai saggi consigli.
Il fiume si ritira, il fiume già assetato ma nessuno se ne accorge, ci sarà solo terra, e poi solo sabbia e sabbia qui. Nessuno sogna perché nessuno dorme. Vaghiamo per secoli attraverso le sabbie senza mai riposo, senza coricare mai il capo sul petto di un amante.
I pescatori, si guardano, alzano le spalle e proseguono a pescare, ignorando la strana ragazzina e le sue frasi incomprensibili.
Sophie Flare si guarda nel fiume che non rispecchia la sua immagine: c'è una ragazza bionda che la guarda dalle acque, una ragazza con grandi occhi azzurri.
Questo è il paese dell'inganno. Dove tutto è sempre visibile e palese e non permette vie di mezzo. Qui la notte non arriva mai, i bucaneve non nascono.
26 settembre
Credevo, sentivo il vento del nord provenire da ovest, al di là di questi confini come in un sonno. C'era un disco d'argento alto nel cielo che potevo guardare senza accecarmi. C'erano delle braccia attorno a me. E invece è ancora quest'ora che è la stessa ora di mezzogiorno di prima. Non può essere sempre una palla di fuoco, devo uscire di qui.
Sophie Flare
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